lunedì 24 febbraio 2014

Ma voi ce lo avete mai avuto un Marìotereso?

Come? Non conoscete Marìotereso? Allora dovete assolutamente leggere qui.

Io ce lo avevo da piccola un Marìotereso e ogni volta che mi capita di raccontarlo a qualcuno si stupisce.
Pare non sia da tutti avere un amico immaginario.

E pure anche il cinema e la tv ci hanno raccontato di amici immaginari, magari un pochino più inquietanti come il coniglio di Donnie Darko o le visioni divertentissime di Ally McBeal, ma il fenomeno esiste e non è per nulla strano.

Per esempio io avevo la Signora Mais.
Una graziosa vecchina snella e con la crocchia bianca, vestita di tutto punto (mi pare di ricordare che prediligesse le fantasie fiorate) con cui intrattenevo infinite conversazioni.
Sono quasi sicura che la Signora Mais fosse di stampo inglese… voglio dire faceva di cognome Mais, che certo italiano non è, e prendevamo continuamente il tè.

E avrò avuto al massimo quattro anni

Immaginatevi una quattrenne che nel giardino di casa, seduta tutta compita, prende il tè immaginario (tenendo la tazzina immaginaria col mignolo all'insù) chiacchierando amabilmente con la Signora Mais e poi, magari, si fa anche una passeggiata tra le ortensie insieme a lei.
Ero una giovane anziana già allora mi sa.

Tea Party per amici invisibili.

Io mi sarei preoccupata. E' un attimo che diventa il Sesto Senso, per dire.
E invece la mia famiglia (di ampie vedute) mi lasciava fare, anzi sono quasi certa che mia nonna si preoccupasse se la signora non si presentava precisa per il tè delle cinque!

A pensarci bene potrebbe essere che la signora Mais fosse nata su misura della signora Minù, che all'epoca amavo, ve la ricordate? La signora col cucchiaino che diventava piccina piccina e poteva parlare con gli animali! Quale bambina non amerebbe un'amica così! O forse Mary Poppins? Altra mia ossessione infantile.

Non lo sapremo mai.

Fatto sta che la storia dei tè con la mia amica invisibile pare sia finita quando mia sorella è diventata abbastanza grande e abbiamo cominciato a prenderceli, noi due, i tè in giardino. In un miniservizio di ceramica e coi mignoli all'insù (i mignoli all'insù erano un must)… ma questa è un'altra storia!

Ora fate coming out e raccontatemi delle vostre signore Mais!

martedì 18 febbraio 2014

I peggio sono i grassi dimagriti.

Sono stata adolescente e grassa negli anni '90, quando il termine di paragone era Kate Moss.
Non trovavo vestiti non trovavo magliette non trovavo nulla di nulla e dovevo vestirmi nel reparto uomo.

Nonostante indossassi un'onestissima 48 mi sentivo gigantesca e fuori luogo. Le XL non esistevano affatto (e se fossero esistite sarebbero state associate ad  una 42) e le commesse mi guardavano schifate bloccandomi all'ingresso dei negozi, tanto per me non c'era niente.

Odiavo Kate Moss, odiavo le commesse, odiavo le mie compagne secche e senza curve ed odiavo le maglie corte all'ombelico su quegli orridi Levis a vita alta.
Poi sono arrivata ad odiare me stessa.

Anche parecchie taglie in meno dopo faticavo a trovare i jeans adatti perché ragazze, vorreste mica pensare di avere dei fianchi? E quindi su, via con migliaia di adolescenti dalla vita sformata dai fantomatici jeans a vita bassissima pensati per deformarti definitivamente il corpo.

Ho visto ragazze con la ciambella perenne, anche in costume… roba da pazzi.

Se fossi stata adolescente oggi forse sarebbe stato diverso, H&M, Promod e altre catenone low cost hanno portato in Italia taglie normali per donne normali e pantaloni normali tra cui scegliere il modello che vesta bene anche un corpo normale. 

Poi, all'improvviso, è scoppiata la moda del curvy.
Bene, finalmente lo hanno capito anche in Italia che il mondo è bello perché è vario!
Ma no, mica le curvy sono donne normali? Curvy è massimo una 48 (sempre lei, maledizione) con seno stratosferico e curve al posto giusto. Insomma è partita questa cavolata del paragonare le curvy con bonazze stratosferiche alla Monica Bellucci.

Ho capito che avete capito che le donne con le curve esistono ed hanno dei soldi da spendere nel portafoglio… ma non raccontiamoci eresie! Non si può parlare di curvy dalla 44 (la 44 signori!) e pensare a campagne così:

Benetton: linea PIN UP per ragazze curvy. (2012)

Le vere curvy con un abbigliamento del genere sembrerebbero solo una cosa: salsicce.
Teneri insaccati color Mini Pony.

Ma perché si continua a proporre un modello ridicolo alle donne?
Sarebbe così bello poter scegliere liberamente quello che ci sta bene e ci valorizza senza ghettizzazioni cretine tipo: "Ah quello è un negozio taglie forti."
Taglie forti ragazze, c'è ancora chi usa questo termine. Manco mia nonna!

Che poi, lasciatemelo dire (con i mie sbalzi di peso sono un'autorità in materia dato che sono stata magrissima e grassissima e il mio armadio va dalla 42 alla 52) le peggiori sono le donne. In particolare le ex grasse.

Agli uomini non gliene frega un cavolo.

Sono le ragazze e le donne che ormai, con la mente deviata, si criticano a vicenda facendosi le pulci e misurandosi centimetri e pesi che all'occhio bionico je fanno 'na pippa.

Ma perché dico io? Perché l'insulto peggiore, nel 2014, deve ancora essere un "sei grassa"? E' un pò come quelle fanatiche che si nascondono dietro il "No, ma essere grassi significa star male fisicamente".
Eh no care mie! Ci sono persone cicciottelle con analisi da fare invidia alla più magra del mondo. E magre naturali che magari si cibano solo di junk food ed hanno il colesterolo a mille. #truestory

Perché è così complicato accettare il prossimo per come è?

Davvero ci siamo fatte condizionare così tanto in profondità dai modelli imposti da gente come Karl Lagerfeld?

Gente che fino a ieri era così, non dimentichiamocelo mai:

Karl la cosa peggiore non era il tuo peso, ma la tua sciatteria!

mercoledì 12 febbraio 2014

Dimmi la verità, la verità!

Come si può odiare San Valentino?
Datemi piogge di cuori, rosso, puffosità e qualsiasi ricorrenza diventerà la mia preferita!

Non si può essere cinici proprio il giorno in cui si celebra l'Amore!
E mica solo quello tra innamorati. Si ama la famiglia, i propri pelosini e magari dovremmo imparare ad amare un pò di più anche noi stessi, proprio come accade negli USA dove tutti si scambiano delle valentine (quanto mi piace la fissazione degli americani per i bigliettini stampati e scritti?), un cioccolatino o un sorriso.

Io poi non riesco a pensare al San Valentino senza che mi saltino in mente Charlie Brown e la Ragazzina dai Capelli Rossi: per me loro sono un pò i Santa Claus del 14 febbraio. In fondo chi non si è sentito Charlie Brown almeno una volta nella vita? Con un Occhiettino, ehm, un bracchetto che riceve più cartoline di te, tra l'altro!




Loro due sono un pò il nostro alter-ego e quest'anno più che mai... voi non sapete, infatti, che mentre tutti si affannavano a proporre l'idea più innovativa o l'esperienza più originale da vivere in coppia noi avevamo già trovato:
l'idea d-e-f-i-n-i-t-i-v-a.

Siete pronti? E' semplice in fondo… pensateci un pò…
San Valentino+Amore+Cuore=

Cardiologo!

Eh sì! Siamo ufficialmente la Famiglia Cuore: la sindrome di Little (Tony) ci ha colpiti entrambi ed è stato necessario un rodaggio ai nostri Cuori Matti.


In esclusiva assoluta l'ECG della Famiglia Cuore.

Riuscite a pensare a un'uscita a due più a tema di questa? 
Da oggi l'elettrocardiogramma è la nuova rosa rossa!
Misurarsi la pressione è più romantico di qualsiasi cenetta… e, nel caso, volete mettere il brivido mangiare senza sale?

La banalità non fa per noi insomma.

E voi che programmi avete? (l'opzione "detesto San Valentino" non è contemplata!)

sabato 8 febbraio 2014

Le donnole sono nostre amiche, le donnole non si mangiano!

Gioie e dolori della vita campestre.

E' da ieri che quei simpatici degli Occhiettini (ovvero i miei due cagnoli meticci: luci dei miei occhi) si divertono a stanare donnole nel giardino.


Cioè, ma quanto è bella una donnola?


Primo: non avevamo la più pallida idea che una colonia di dolcissimi pseudo-furetti  vivesse sotto ai nostri piedi, nei meandri del terreno.

Secondo: dobbiamo stare all'erta, pronti a uscire ad ogni rumore sospetto ed evitare  che quei mascalzoni catturino le povere donnole e le sbatacchino troppo. Nel caso vengano acciuffate, muniti di guanti da giardino, e solo dopo lunghi inseguimenti (immaginate la scena: dei pazzi) ci tocca sottrargliele e metterle in salvo nel bosco.

Insomma non se la meriterebbero proprio la Wag Box che gli ho ordinato!
Sì, perché finalmente dopo beauty box, baby box e chi più ne ha più ne metta qualcuno ha pensato anche ai nostri pestiferi amici!

Dunque il sistema è più o meno quello delle altre box: si può ordinare per un solo mese, ma anche in abbonamento per 3, 6 o 12 mesi. Solo che stavolta, all'interno di una scatola riutilizzabile (adoro queste cose), ci sono prodotti a sorpresa e tanto carini per i nostri pelosini (ah, si può scegliere la taglia del cane nel caso di invio di abbigliamenti o accessori: le mie sono due belve medie e divideranno il contenuto di una scatola da bravi fratellini).

Cosa fondamentale che mi ha fatto propendere per l'abbonamento è sapere che 2 euro, ogni mese, verranno utilizzati per aiutare i cani meno fortunati ospitati nei canili.
Gli Occhiettini sono due trovatelli quindi non possono che scodinzolare di gioia e approvare totalmente questa scelta!

La grafica del sito è la stessa della scheda che accompagna il box ed è troppo pucciosa, ma la cosa ancora più tenera è che ogni mese contiene una ricetta da preparare ai nostri amici… cioè, una nuova frontiera inesplorata per la mie capacità culinarie! Potrei addirittura postare degli esperimenti!

Il contenuto della box di gennaio è questo (agevolo foto decente, non mia): 

Box per pelosini!

ma quella che non vedo l'ora di ricevere è la Special Box di San Valentino!
Sono curiosissima di sapere cosa conterrà e spero che gli Occhiettini, intanto, capiscano che le donnole sono nostre amiche... altrimenti eventuali giochini e gadget li passerò direttamente al gatto di casa. Tiè!

lunedì 3 febbraio 2014

Ho un turbante di lana nel cassetto.

Proprio uguale a questo qui:


Per le indomite dello stile: Asos

... ma me ne guardo bene d'andarci in giro!
Anzi, mai avrei immaginato un giorno di vederlo indossato da coraggiose fashion blogger.

Qui al paesello, in realtà, codesto accessorio d'haute couture non è mai passato di moda. Altro che ritorno agli anni '70! Il turbante è il fedele amico di ogni vecchina che si rispetti: un ammasso di lana che riesce a raddoppiarti il volume della capoccia e farti andare in giro come uno dei funghetti cattivi di super Mario.
Non dite il contrario vi prego, guardate la testa della modella, metti un turbante ed è un attimo che ti ingaggiano come protagonista per il reboot (si chiama così ora il rifacimento dei film, uè) di Mars Attack.

Dicevo che anche io ne ho uno nella mia vecchia cameretta... l'ho ereditato dalla mia zietta fashionista, ma ultranovantenne, che ne aveva una collezione infilata nella dust bag della sua Prada e ben nascosta in un baule da viaggio con cui più volte ha attraversato l'oceano. Quello sì che era stile!

A questo punto mi aspetto un ritorno sulle passerelle del carrello per la spesa per anziani, Vuitton non ci ha ancora pensato? Quello almeno sarebbe comodo! Vuoi mettere trascinarti lo shopping in giro per la città in scioltezza? Anna dello Russo pensaci tu ti prego, alle prossime sfilate portati il carrelletto invece di quelle noiose it-bag!

Ora però ditemi che non sono l'unica polemica in giro! Ci sono trend che proprio vi fanno ridere o cadere le braccia?