giovedì 30 gennaio 2014

Quella che scaricò i macarons nel cesso.

Sono conosciuta anche così in famiglia.

Leggenda narra che, la sottoscritta, novella sposa di ritorno da Paris ed esaltata da quei goduriosi e tenerissimi pasticcini francesi, volle riprodurseli da sè. (Ancora non c'era un Laduree in ogni dove qui in Italia. Ho il terrore di ritrovarmi una boutique pure in piazza qui al paesello... gioie e dolori della globalizzazione).

Fu così la regina dei sughi pronti Barilla e delle Spinacine Aia si mise ai fornelli e sfoderò una ricetta, nientepopodimenoche: di Pierre Hermè.

Accadde però che, dopo una serata passata tra spignattamenti e infornate varie, sotto l'effetto di massicce dosi di zucchero a velo inalato a tutto andare, la povera Cordon Bleu de noantri cominciò a perdere colpi e nel delirio più assoluto si convinse di aver prodotto delle ciofeche di macarons che finirono miseramente scaricati nel gabinetto.

Rimasero pochi mitologici superstiti che ancora oggi, a dire di chi l'ha assaggiati, superavano di gran lunga quelli di Laduree e che mai più sono riuscita a replicare.

È cominciata così la mia carriera di cuoca e sperimentatrice in cucina.

Nota per aggiungere il curry al ragù della nonna o il pepe nei cupcakes "per dare quel tocco in più" sono il terrore dei miei ospiti.
Non saprò preparare i piatti tradizionali della mia zona, ma sulle robe astruse non mi batte nessuno.

Anzi, visto che proprio domani si festeggia il Capodanno Cinese, vi regalo la mia ricetta dei ravioli al vapore!

Perché quando la cosa più esotica che puoi trovare nel raggio di chilometri è una pizza margherita, devi necessariamente organizzarti e fare da te...

Ingredienti semplici da trovare, dai!






P.S. Ehm... solo io potevo condividere un procedimento con l'errore, ma non avevo nessuna verdura a foglia da mettere sul cestello per evitare che i ravioli si attaccassero durante la cottura!
A un certo punto ho paventato l'idea di utilizzare foglie di limone, ma sono stata bloccata in tempo.
Enjoy!!!

venerdì 24 gennaio 2014

Perché pubblicare i tuoi Selfie se puoi condividere quelli del tuo gatto?

Una volta si chiamavano autoscatti, oggi sono Selfie.
La nuova definizione è stata inserita nell'Oxford Dictionary sul finire dello scorso anno.

Di guide sul Selfie perfetto ne è pieno il web e, diciamola tutta: chi non se n'è sparato uno per sostituire la propria immagine profilo su Facebook, usufruendo dei filtrini magici del St. Instagram?

La miglior guida al Selfie della rete.
Pushen.com

Il punto è che proprio non riesco a concepire il Selfie fine a sè stesso. Diffuso, cioè, per mari e per monti e che in realtà non racconta niente, al massimo la "bocca a becco" del soggetto fotografato (che passata na certa, fa tanto bimbominkia) ed atto a raccogliere maree di like giusto per gonfiare l'autostima.

Fulgido esempio di Babbiona 2.0 che ha perso il contatto con la realtà.
(No Martina. Questa non è arte, fidati.)

Ma perché? Perché seguire su Instagram orde di selfie maniaci? Ribelliamoci e diamo il nostro voto a chi merita davvero, cioè loro:

I fratelli Travis e Gus: Pointer e star indiscusse.

Shishi Maru: lo Scottisch Fold più serio del web.

Harlow e Indiana: una coppia di super dolcini su Instagram.

Insomma, meno egocentrismo e più baffetti e codine per tutti!




martedì 21 gennaio 2014

Blogger di ritorno: babbiona 2.0

Avevo un blog quando la Ferragni era ancora Diavoletta87 e i social network non si sapeva nemmeno cosa fossero (ora che ci penso non esistevano neanche le fashion blogger! Il paleolitico proprio.)

Nei primi anni duemila mi sembrò così avanti la possibilità di avere uno spazio mio dove poter condividere col mondo passioni, idee e sfoghi post adolescenziali, nel totale anonimato… e potermi fare "le vite" degli altri,sicuramente edulcorate, ma comunque autentiche.
Oltre ad infinite pagine di commenti potevamo chiacchierare per email e a volte non conoscevamo nemmeno il viso dell'altra, a meno che non si postassero volutamente delle foto (selfie? Macchè!). Sono nate delle bellissime amicizie.

Avere un blog oggi significa soprattutto diffondere contenuti ben costruiti e che suscitino interesse, avere una sorta di piano editoriale e (spessissimo) smarchettare a più non posso.
Sono veramente pochi quelli che si raccontano ancora con spontaneità ed è un attimo che l'omologazione è dietro l'angolo.

Forse accadrà anche a questo spazio, forse no chissà.
Fatto sta che il totale anonimato, oggi,  è una chimera ed è un attimo collegare i vari profili FB, Linkedin o Instagram ad un blogger: è quindi naturale che tutto quello che si scriverà verrà inevitabilmente ponderato, e scremato all'occorrenza, per risultare sempre brillanti e sul pezzo.

Bisogna essere seri eh.

Ne va della nostra web reputation.

E questo Diavoletta87 lo sa bene.

Se ce l'ha fatta lei, c'è speranza per tutte.

sabato 18 gennaio 2014

Da quando è arrivata la Nespresso siamo tutti ipertesi.

Sarà per colpa dell'eccesso di caffeina unito all'eccitazione di provare i millemila gusti delle capsule (per inciso, credo di aver sviluppato una dipendenza da Vanilio), sarà causa dell'inizio del nuovo anno ed annessi buoni propositi o, molto più probabilmente, della scossetta di terremoto con cui abbiamo allegramente salutato il 2013 e che mi ha sfasato tutti i chakra ma, a più di dieci anni di distanza dal primo, ho deciso di riaprire un blog.

I capelli sono più lunghi, non indosso più jeans stracciati (ma le borchie sì, quelle non me le toglierà mai nessuno), continuo a creare ed immaginare mondi alternativi pieni di puffosi unicorni mentre tento di badare a due cani, un gatto e un marito.

Di tanto in tanto fuggo dall'eremo di provincia e scappo nella civiltà, ma poi ritorno sempre in quel piccolo mondo fatto di coccole e di caffè... dove anche l'arrivo di una Nespresso può essere una valida alternativa all'ordinaria quotidianità.

Illustrazione da: http://skynash.co.uk/